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La Circolazione Stradale in Città – 1

Marco Savio 21 Ottobre 2013

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La Circolazione Stradale in Città – 1

Di chi sono le strade ? del comune ovviamente. Ma chi le utilizza, non ha proprio alcun diritto su di esse ?
Penso ne abbia, perché se concepiamo imposte, tasse e contributi versati dal cittadino al comune come un corrispettivo dei servizi resi dal comune al cittadino, possiamo affermare che in quel corrispettivo vi sono anche i canoni per l’utilizzo delle strade.
Allora quando il comune interviene sulle strade per lavori aprendo uno o più cantieri (o peggio non interviene) il cittadino in qualità di “cliente-utente” delle strade dovrebbe avere voce in capitolo.
E invece no, il comune agisce in assoluta libertà e prescinde dalle esigenze del cittadino: quante volte abbiamo visto cantieri attivi solo dalle 8.00 alle 17.00, fermi il sabato e la domenica o peggio fermi cioè inattivi nei giorni feriali ?
Quindi creano disagio perché la circolazione è rallentata; allora perché i lavori che incidono sulla viabilità non sono effettuati a ciclo continuo (24 x 24 e 7 x 7) ?
Diverse potrebbero essere le osservazioni da opporre a tale domanda, tutte facilmente confutabili tranne una: perché costerebbero di più.
Vero ! Ma il costo derivante dal disagio arrecato ai cittadini, questa “tassa occulta”, lo vogliamo considerare ?
Ho proprio in mente un cantiere della città in cui vivo (Torino) aperto dopo le ferie e durato tre settimane.
Provo ad immaginare i dati variabili: (i) flusso di auto 25.000 veicoli al giorno, (ii) auto con un passeggero e una su cinque con due, (iii) tempo mediamente perso a causa del rallentamento 5 minuti, (iv) costo medio orario del tempo sprecato 10,00 euro l’ora, (v) durata del disagio quindici giorni.
Bene proviamo a sviluppare le cinque variabili: 25.000 x 1,2 x 5/60 x 10 x 15.
Otteniamo l’importo di 375.000 euro, che costituisce la “tassa occulta” che gli utenti di quell’arteria hanno dovuto sopportare.
Tralascio il calcolo del maggior costo di carburante e veicolo, gli effetti indotti dall’aumento dello stress e, last but not the least, i maggiori danni ambientali dalla prolungata persistenza dei motori accesi.
Ma quanto sarebbe costato in più l’appalto, se i lavori fossero stati eseguiti a ciclo continuo ?
Assumo queste variabili: l’appalto potrebbe valere 400.000 euro, le risorse umane potrebbero incidere sull’appalto il 35% ed i maggiori oneri delle medesime dovrebbero essere contenibili nella misura del 15%. Quindi il maggior costo sarebbe stato di 21.000 euro.
I lavori, a ciclo continuo, sarebbero durati meno di sette giorni di calendario con un abbattimento del costo del disagio da 375.000 a 125 mila euro.
Forse varrebbe la pena rifletterci.

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